Carta identità (Tito)

Sextus Romanorum imperator…

Nome originale: Titus Flavius Vespasianus Caesar Augustus
Nascita: Roma, 30 dicembre del 39
Morte: Aquae Cutiliae, 13 settembre del 81 per malaria o molto probabilmente è stato ucciso dal
fratello Domiziano
Dinastia: Flavia
Figli: Giulia
Padre: Vespasiano
Madre: Flavia Domitilla maggiore
Fratelli: Domiziano, Flavia Domitilla
Regno: 79-81 d.C.
Descrizione fisica: “Fin dall’infanzia emersero in lui le qualità del corpo e dello spirito che si
svilupparono progressivamente con il passare degli anni: una bellezza incomparabile in cui vi era
maestà non meno che grazia, un vigore estremo, nonostante la statura non molto alta e il ventre un
poco prominente, una memoria straordinaria, una particolare inclinazione a tutte le arti militari e
civili. Era abilissimo nell’uso delle armi e nel cavalcare, capace di tenere discorsi e comporre
versi, sia in greco, sia in latino, con una facilità che arrivava fino all’improvvisazione; non era
inesperto nemmeno di musica, perché cantava e sonava la lira in maniera gradevole e secondo le
regole della tecnica. Sono venuto a sapere che aveva anche l’abitudine di stenografare con estrema
rapidità, giacché si divertiva a competere con i suoi segretari e a imitare tutte le scritture che
vedeva, ciò che gli faceva dire spesso che «avrebbe potuto essere un ottimo falsario”.

(Svetonio, VIII, Tito, 3)
Cursus honorum: Tra il 58 e il 60 d.C. fu prima tribuno militare in Germania superiore, poi in
Britannia. In questi anni si distinse per valore e moderazione, infatti nelle due province furono
erette molte statue in suo onore.

Attorno al 63 fece ritorno a Roma per intraprendere con successo la carriera forense, raggiungendo
la carica di questore.
Alla fine del 66 d.C viene mandato in Giudea da Nerone
Al suo ritorno a Roma dalla Giudea, nel 71 d.C., Tito fu accolto in trionfo.
Fu più volte console durante il regno del padre negli anni 70, 72, 74, 75, 76, 77 e 79 d.C.; fu anche
censore e prefetto della Guardia pretoriana, assicurandone la fedeltà all’imperatore.
Tito succedette al padre Vespasiano nel 79, imponendo così il ritorno al regime dinastico nella
trasmissione del potere imperiale. Egli fu un valido e stimato imperatore, amato dal popolo, che fu
pronto a riconoscere le sue virtù. Pose fine ai processi per tradimento, punì i delatores, e organizzò
sontuosi giochi gladiatori, senza che il loro costo dovesse esser sostenuto dalle tasche dei cittadini.
Riforme fatte: Tito stette poco al potere ma durante il suo impero accadde di tutto un esempio è
l’eruzione del Vesuvio del 79d.C., che causò la distruzione di Pompei ed Ercolano e gravissimi
danni nelle città e comunità attorno al golfo di Napoli e un rovinoso incendio divampato a Roma
l’anno successivo, che gli diedero il modo di mostrare la propria generosità: in entrambi i casi egli
contribuì con le proprie ricchezze a riparare i danni e ad alleviare le sofferenze della popolazione.
Questi episodi, e il fatto che durante il suo principato non fu emessa nessuna sentenza di condanna a
morte, gli valsero l’appellativo presso gli storici suoi contemporanei di “Amore e delizia del genere
umano.” come possiamo notare dai testi di Svetonio:
“Amor ac deliciae generis humani.”
(Svetonio, IX, 1)

Riforme architettoniche

Completò la costruzione dell’Anfiteatro Flavio e fece costruire delle terme, a lui intitolate, nel sito
dove si trovava la Domus Aurea, restituendo l’area alla città.
Colosseo/Anfiteatro Flavio

L’anfiteatro Flavio è il più importante anfiteatro romano, nonché il più imponente monumento
dell’antica Roma che sia giunto fino a noi. Il nome “Colosseo” si diffuse solo nel Medioevo, e
deriva dalla deformazione popolare dell’aggettivo latino “colosseum”, traducibile in “colossale”,
come appariva nell’Alto Medioevo tra le casette a uno o due piani o, più probabilmente, dalla
vicinanza della colossale statua acrolitica di Nerone che sorgeva nei pressi. Presto l’edificio divenne
simbolo della città imperiale, espressione di un’ideologia in cui la volontà celebrativa giunge a
definire modelli per lo svago e il divertimento del popolo. Anticamente era usato per gli spettacoli
di gladiatori e altre manifestazioni pubbliche come gli spettacoli di caccia, battaglie navali,
rievocazioni di battaglie famose, e drammi basati sulla mitologia classica. Venne inaugurato da Tito
con 100 giorni di spettacoli gladiatorii

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