Recensione serie televisiva “The Good Doctor”
Nel 2017 nasce, da David Shore e Daniel Dae Kim, la serie di genere medical-drama “The Good
Doctor”, prodotta in Canada, ma con ambientazione nella città di San Josè in California. Il protagonista
della serie è Shaun Murphy, un tirocinante di medicina che, durante il suo percorso, viene affiancato da
Marcus Andrews nel ruolo di primario di chirurgia, da Aaron Glassman come direttore dell’ospedale,
Morgan Reznick e Claire Browne, tirocinanti di medicina, Neil Melendez chirurgo cardiotoracico e
Audrey Lim, primario di pronto soccorso.
La serie racconta le vicende di un giovane chirurgo, affetto dalla sindrome del Savant, una malattia che
colpisce le persone dotate di capacità sopra la norma, ma con dei ritardi cognitivi. Il dottor Murphy ha
delle indubbie capacità di memoria, purtroppo però, essendo affetto da autismo ha non poche difficoltà
nel relazionarsi con gli altri e, una volta trasferito in California, Shaun inizia a combattere contro i
pregiudizi dei colleghi, però ad aiutarlo ad integrarsi durante il suo percorso di tirocinio ci sarà il dottor
Glassman, un personaggio che mette sempre in evidenza le doti del giovane medico.
I casi medici trattati in “The Good Doctor” sono interessanti, anche se il pubblico non li considera così
intricati o appassionanti come in altre serie TV di questo genere, ma sono funzionali per mettere in
risalto le geniali intuizioni del protagonista, che, lentamente, scardina i pregiudizi dei suoi colleghi
facendosi accettare e rispettare come professionista.
La narrazione avviene in ordine cronologico e il periodo in cui sono ambientati i fatti è contemporaneo,
infatti nelle serie successive alla prima troviamo degli episodi dedicati alla problematica del Covid 19,
che stiamo tristemente vivendo. Il linguaggio utilizzato è, in molti casi, tecnico e specialistico, ma
comprensibile a tutti e il ritmo del racconto risulta vario, in quanto procede per accelerazioni e
rallentamenti, a seconda della situazione in cui si trovano I protagonisti. Dal racconto emerge un
messaggio molto importante, che prevale su tutti, ossia che non bisogna mai sottovalutare nessuno,
soprattutto chi ha dei problemi o delle disabilità. La serie è disponibile sia sulla piattaforma Prime Video
che su Netflix fino alla quarta stagione.
Vi consigliamo di vedere la serie per tre motivi particolari: anzitutto perché per gli appassionati di
questo genere risulta molto scorrevole e piacevole da guardare, in secondo luogo perché fa riflettere
molto sui pregiudizi che, ancora oggi, circolano nella nostra società, toccando soprattutto persone con
difficoltà, ed infine abbiamo osservato che ogni singolo personaggio presenta numerose
sfaccettature, che lo rendono credibile.