La storia si ripete? Riflessioni guerra Ucraina

24 febbraio 2022, ore 4 del mattino, ore italiane, l’invasione russa in Ucraina è ufficialmente iniziata. Il
presidente russo Vladimir Putin ha appena annunciato in una diretta tv l’inizio dell’operazione militare
speciale che ben presto è diventata un attacco totale. L’obiettivo? Demilitarizzare ma non occupare e
denazificare il paese. Conseguenze? Chiunque provi ad interferire deve tenere conto che la risposta russa
sarà immediata e porterà a conseguenze mai sperimentate nella storia. Mai sperimentate nella storia prima
d’ora. Le prime bombe iniziano ad attaccare il paese e i militari russi riescono ad entrare nella cittadina di
Kiev. E ora? L’Italia, gli Stati uniti, l’Europa cosa faranno? Penso che non sia importante questo ma capire se
ci siamo totalmente dimenticati di cosa è accaduto nel secolo scorso dove i padri o i nonni ancora in vita
hanno preso in mano per la prima volta un’arma da fuoco e hanno iniziato a sparare senza neanche capire
bene la motivazione. Le prime notizie che arrivano dall’Ucraina sottolineano il terrore di quelle donne,
bambini, uomini che si sono svegliati con il suono delle sirene di tutta la città e i carri armati nei loro
giardini. Vite distrutte, quasi 200 vittime civili, più di mille soldati che hanno perso la vita. Allora la
domanda spontanea è, cosa è cambiato rispetto al 1918? Cosa rispetto al 1945? Essenzialmente nulla,
perché sentire ancora parlare di guerra mondiale dopo l’orrore e gli sbagli commessi esattamente qualche
anno fa non può essere giustificabile. Sembra come se la prima e la seconda guerra mondiale non ci
avessero lasciato nulla, neanche nella coscienza di tutte quelle persone morte, ferite, abbandonate e
distrutte. Una cosa è certa, siamo caduti in un abisso senza fine; il crollo di ogni valore è ormai costante e
senza accorgercene annientiamo tutto quello che di bello è stato costruito. Non ci siamo neanche resi
conto delle ferite ancora aperte di quelle tante persone che hanno lottato per la vita. Abbiamo calpestato
ogni confine e parlo al plurale, perché la colpa di ogni gesto brutale non può esser scaricata sempre
addosso ad altri; ma tanto a noi non interessa, tanto non tocca noi in prima persona, poverini ma meglio
che non da noi. Chi parla, l’uomo o l’ipocrisia? La vendetta o la giustizia? L’umanità o la cattiveria? La
comprensione o l’essere egoisti? È l’uomo che parla, l’uomo spregiudicato che non si arrende neppure di
fronte alla morte di anime innocenti come i bambini. Riaprire ferite ancora fresche macchia la storia
dell’umanità più di quanto già non lo sia. Cosa sarà delle generazioni future? Forse sarà ciò che è per noi
oggi. Penso infatti che la stessa domanda se la siano posta anche tutti coloro che hanno combattuto prima
di noi, ma lo hanno fatto per necessità, per seguire gli ordini o forse sarebbe meglio dire per paura. Perché
alla fine è una guerra di tutti contro tutti, non importa minimamente di chi incontri sul tuo cammino,
l’importante è portare a termine gli ordini che ti sono stati impartiti. I civili? Di certo non restavano con le
mani in mano un tempo e non lo faranno oggi. Sono pronti a combattere contro coloro che si dichiarano
difensori della patria. Lottano e se necessario perdono la vita, ma attenzione non per la nazione, ma per la
loro identità, per la loro necessità di farsi rispettare, per la loro dignità. Siamo sprofondati in un’amnesia
totale, questo a dimostrazione del fatto che quello che studiamo sui libri di scuola non è poi così tanto
lontano dalla realtà; i giovani ragazzi della mia età che fino a tre giorni fa vivevano una vita tranquilla come
la nostra, si divertivano, socializzavano, chattavano… ora si ritrovano o a proteggersi dalle mine nelle
stazioni metro o a combattere. Questo atteggiamento non è per nulla lontano da quello che abbiamo
studiato, letto o sentito sulla prima e sulla seconda guerra mondiale. E sapete cosa mi spaventa di più?
Continuare a parlare di storia che si ripete; non è così, non dobbiamo trovare sempre una giustificazione a
ciò che è solo ingiustificabile. Prendiamoci anche le responsabilità delle nostre azioni perché, continuando a
scaricare le colpe al passato o a ad altri, non potremmo mai risolvere l’errore più grande che è l’aggressività
e la sete di vendetta dell’uomo.

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