La crisi politica
Crollo del governo italiano: l’instabilità e poi la nomina dal Presidente della Repubblica
Dopo aver motivato gli italiani all’inizio di quella che sarebbe divenuta in poche settimane una terribile pandemia mondiale, Giuseppe Conte ha lasciato il governo per dedicarsi alla sua carriera da professore di diritto a Firenze.
Ma cosa è successo esattamente?
Gli scontri iniziali risalgono al periodo dell’arrivo del virus Covid-19, quando Matteo Renzi ha chiesto che tra i primi vaccinati ci fossero anche i professori per non fermare la scuola, per poi proseguire con disaccordi riguardo questioni legate alla giustizia e all’uso dei soldi pubblici. Tuttavia, la rottura del loro rapporto è arrivata con il Recovery Plan, cioè il piano italiano per l’utilizzo del Recovery Fund (un fondo bancario per sostenere la ripresa economica dell’Italia post-pandemica).
Il partito di Renzi voleva modificare la prima bozza del piano di aiuti emergenziali, minacciando la fine della maggioranza. Le minacce sono diventate concrete, quando il 13 gennaio 2021, la ministra dell’Agricoltura, Teresa Bellanova, la ministra della Famiglia, Elena Bonetti e il sottosegretario, Ivan Scalfarotto, si sono dimessi.
Nonostante Renzi abbia innescato la crisi politica, Giuseppe Conte è riuscito ad ottenere la fiducia della Camera, decidendo successivamente di annunciare le dimissioni: in questo modo, la crisi è passata nelle mani del capo dello stato, Sergio Mattarella. Quest’ultimo, il 28 gennaio, ha convocato il presidente della Camera, Roberto Fico, al fine di verificare l’accordo da parte della maggioranza dei partiti politici per avviare un Conte ter e consentire a Conte di ritornare a rivestire il ruolo di leadership. Ma in quel caso, si sarebbero creati ulteriori contrasti con il partito di Italia Viva guidato da Renzi, il quale non era concorde sui progetti di Conte riguardo il MES (un aiuto economico per i paesi in difficoltà) e il reddito di cittadinanza.
Dopo l’incontro tra il presidente della Camera e il Parlamento, il 3 febbraio, il Quirinale ha affidato l’incarico di formare un nuovo governo istituzionale a Mario Draghi.
Chi è Mario Draghi?
Mario Draghi è un banchiere economista che, durante la sua carriera lavorativa, ha rivestito diversi incarichi rilevanti a livello nazionale ed internazionale. Dopo essere stato incaricato da Sergio Mattarella a prendere le redini del governo italiano, e dunque, a ricoprire la mansione di Presidente del Consiglio, ha nominato una squadra che lo affiancherà. Questa è composta da 23 ministri, nella tabella sottostante sono riportati alcuni tra i politici chiamati ad agire a favore di una ripresa economica dell’Italia, e soprattutto, al fine di uscire tempestivamente dalla crisi epidemiologica.
TURISMO | Massimo Garavaglia (Lega) |
DISABILITÀ | Erika Stefani (Lega) |
ESTERI | Luigi di Maio (M. Cinque Stelle) |
SALUTE | Roberto Speranza (Articolo Uno) |
CULTURA | Dario Franceschini (PD) |
SVILUPPO ECONOMICO | Giancarlo Giorgetti (Lega) |
GIUSTIZIA | Marta Cartabia (indipendente) |
ISTRUZIONE | Patrizio Bianchi (indipendente) |
L’allarmante minoranza di donne al governo
Sebbene durante gli ultimi giorni che hanno preceduto la nomina di Draghi si fosse discusso sul fatto che, nel nuovo governo, ci sarebbero dovute essere per metà donne, così non è stato. Dei 23 ministri, solo 8 su 15 sono donne, e questo evidente fatto porta a comprendere che, ancora una volta, la politica è considerata un affare da uomini. “Buon lavoro al Governo Draghi che dovrà affrontare sfide complesse. Difficile però nascondere l’amarezza: nessuna ministra del Partito Democratico. La competenza delle donne e la giusta rappresentanza nelle istituzioni fanno bene al Paese. Preoccupa che il nostro partito non l’abbia ancora capito“, così si è espressa su Facebook Laura Boldrini, deputata del Pd. C’è da sottolineare, infatti, anche l’assenza totale di donne di sinistra. Il Presidente della regione Lazio Zingaretti ha ritenuto necessario affermare che, sebbene la sola presenza femminile al 35% sia considerabile indignitosa, farà il possibile per garantire nomine al sottogoverno di donne per generare un certo equilibrio.
UN ARTICOLO DI: Alessandra Cerrone, Camilla Dotto, Ana Maria Roxana Filimon e Giulia Stivali.