La mattina del 9 maggio in tredici studenti abbiamo preso parte a un’esperienza indimenticabile in occasione della Giornata dell’Europa sull’isola di Ventotene. Siamo partiti in treno all’alba per raggiungere il porto di Formia, dove ci siamo imbarcati sul traghetto per raggiungere l’isola.
All’arrivo ci siamo uniti alla cerimonia della festa dell’Europa con tanti studenti della provincia di Latina, per celebrare la pace e l’unità dell’Unione europea, in quanto l’isola di Ventotene é stata la culla dell’omonimo manifesto, che promuoveva i suoi valori già nel lontano 1941.
L’evento é stato introdotto da Mario Leone, direttore dell’Istituto di Studi Federalisti “Altiero Spinelli”, che ha sottolineato l’importanza del Manifesto di Ventotene e della sua commemorazione. Dopo i saluti del sindaco di Ventotene, Carmine Caputo, che ha presentato il murales dell’intero Manifesto di Ventotene in Piazza Castello, inaugurato nel 2024, che ha fatto da sfondo al palco, ci sono stati molteplici interventi tra cui quello del prefetto di Latina, dottoressa Vittoria Ciaramella, che ha evidenziato la necessità di trasmettere ai giovani un’educazione civica improntata in ottica europea. Argomento trattato anche dalle Onorevoli Pina Picierno e Antonella Sberna, vicepresidentesse rispettivamente del Parlamento Europeo e del Parlamento Europeo delle Regioni, che, seppur non presenti fisicamente, hanno offerto degli spunti di riflessione sul coinvolgimento della gioventù nella vita europea, che da dati recenti sembra mostrare disinteresse verso il voto, sottolineando anche il ruolo di un’Europa unita odiernamente. Straordinario lo spettacolo di marionette dedicato ai bambini di Ventotene da parte di Maurizio Stammati, che ha messo in scena il duello sleale tra il suo capo munito di un bastone e Pulcinella che, in una situazione di svantaggio, è riuscito a raggirare il primo con l’astuzia e non arrendersi. Anche il presidente della provincia di Latina, Dott. Gerardo Stefanelli, ha parlato della cooperazione tra le Nazioni europee, facendo notare come il nostro continente abbia saputo fare del carbone e dell’acciaio, materie prime che sostenevano guerre, un mezzo per ottenere la pace attraverso la formazione della CECA. Ed infine l’intervento della presidente della consulta provinciale dei giovani, che ha descritto l’invasione russa dell’Ucraina come un avvenimento che ha fatto crollare l’illusione di pace nel continente, che si dovrà impegnare maggiormente per promuovere la coordinazione e la pace internazionale a partire da noi giovani.
Nel pomeriggio abbiamo potuto esplorare a piedi il centro storico, ammirando i colori vivaci delle case affacciate sul mare, e il Museo Archeologico, ospitato all’interno del Castello borbonico, anche sede del Municipio. Il museo, articolato su sei stanze, custodisce reperti provenienti dai complessi archeologici dell’isola e dai fondali marini circostanti. Tra i reperti spiccano anfore di diverse epoche, ancore, stucchi decorativi di Villa Giulia e un plastico dell’isola in età augustea.
Prima di arrivare a Ventotene per la Giornata dell’Europa, non sapevamo bene cosa aspettarci. Un’isoletta in mezzo al mare, che sembrava solo essere una meta turistica. Poi però ci hanno raccontato del Manifesto, e tutto ha preso un altro significato.
Incredibile pensare che proprio lì, durante il fascismo, Altiero Spinelli e altri confinati politici abbiano scritto le basi di quella che oggi è l’Unione Europea. Non da una grande città, ma da un posto sperduto, isolati e controllati. Scrivevano a mano, di nascosto, parlando di un’Europa unita, senza guerre e con più diritti per tutti. E oggi, quella loro idea è diventata realtà.
Ma quello che ci ha colpito davvero è stata la gente: sorridente, accogliente, sempre pronta a raccontarti qualcosa. Ti fanno sentire parte dell’isola, anche se sei lì solo per un giorno. Ventotene è piccola, sì, ma ti lascia dentro qualcosa di grande: un mix di storia, umanità e voglia di credere in un futuro migliore.
La giornata è stata molto più di una celebrazione: è stata un richiamo profondo al senso stesso dell’Europa.
In un mondo dove spesso sembrano prevalere la forza, il rumore delle armi e la violenza, l’Unione Europea si presenta come un presidio saldo e necessario, fondato sul linguaggio del diritto, del dialogo, della memoria. È la risposta civile alla legge del più forte, la dimostrazione che la convivenza tra popoli è possibile se fondata sul rispetto e sulla giustizia, e pur non essendo perfetta rappresenta, ancora oggi, una vitale promessa di pace, un argine contro la sopraffazione, una voce che tenta ancora di mediare, di unire, di curare.
E in quell’isola simbolica, dove tutto ebbe inizio, abbiamo capito di non essere semplici studenti della storia o spettatori del presente: ci siamo sentiti chiamare per nome da quel sogno di “un’Europa libera e unita”, perché siamo parte viva di un cammino comune, responsabili del suo destino, custodi di valori che troppo spesso diamo per scontati.
Perché senza Europa sentiremmo solo il silenzio dopo il fragore.
E nessuna voce a difendere la pace.
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